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Home » Il Blog degli Amanti della Pasticceria » Clafoutis di ciliegie
La ricetta del clafoutis, molto semplice, è ideale per chi si approccia da poco al mondo meraviglioso della pasticceria. Dolce celebre soprattutto nella versione con le ciliegie, è buono però con vari tipi di frutta, come pesche o albicocche. Decidiamo perciò di proporlo per questa stagione: può rappresentare un’ottima idea per concludere un pasto estivo o preparare una buona merenda. Potrete poi continuare a prepararlo anche nei mesi più freddi, ad esempio con mele e cannella o pere e rum.
Il Clafoutis è un tipico dolce francese, della regione del Limousin, apprezzato in tutto il mondo. In Italia, a dire il vero, forse non è così diffuso, ma vale davvero la pena provarlo: chi lo gusta lo apprezza, e si ritrova a replicarlo di frequente, per la bontà prima, e per la semplicità del procedimento. L’impasto del clafoutis è morbido morbido, somiglia a quello delle frittelle o di una crema. Il dolce si può gustare caldo, tiepido o freddo, e si può preparare anche in versione salata, con verdure o ortaggi di stagione a proprio piacimento.
Un celebre gastronomo francese affermò che per realizzare un buon clafoutis nelle proprie vene deve scorrere sangue limosino, scuro proprio come le ciliegie della regione. Le ricette originali lo vorrebbero preparato con la ciliegia di Montmorency, un tipo di ciliegia acida. Niente panico, però: facciamocene una ragione e procediamo con la ricetta. A casa, e con la frutta nostrana, riusciremo comunque a dar vita a una versione che sia altrettanto buona.
Ingredienti base sono le uova, lo zucchero, la farina, le uova, il burro, il latte e ovviamente la frutta. Altri dipendono dalle varie versioni, e possono essere panna fresca oppure mandorle tritate che, al posto della farina, danno al dolce una consistenza differente.
La ricetta originale prevede le ciliegie intere, coi noccioli. Questo fa sì il succo non si mescoli alla pasta, e la ciliegia mantenga per intero, senza alterarlo, il suo sapore. A proposito di noccioli, qualcuno afferma che “Dio ha dato un nocciolo alle ciliegie per dare sapore al clafoutis”.
Ecco il procedimento: preriscaldare il forno, imburrare uno stampo, cospargere di zucchero a velo i bordi e distribuire bene le ciliegie – circa 300 grammi – sul fondo. Mettere insieme, in questo ordine, in una ciotola, un bicchiere di farina, uno di zucchero, uno di latte, due uova, del liquore a piacere – ad esempio kirsch o rum – una noce di burro fuso, un pizzico di sale. Versare dolcemente l’impasto sulle ciliegie. Cuocere a 180 gradi per circa 45 minuti o comunque finché il dolce non sia ben dorato. Spolverizzare con zucchero a velo.
Sembra che il termine clafoutis sia attestato almeno dal 1856. L’etimologia, incerta, vede prevalere due tesi: potrebbe derivare da “clafir”, che in occitano significa “riempire”, riferito dunque all’impasto arricchito di ciliegie, o dal latino “clavum figere”, che significa inchiodare, fissare, come le ciliegie vengono fissate all’impasto.
In Limousin e in Alvernia viene anche chiamato “millard”. Ancora, in lingua occitana, “pelhaire”, che significa straccivendolo, perché il succo delle ciliegie conferisce all’impasto un aspetto frastagliato, irregolare, che fa pensare all’aspetto scomposto di uno straccivendolo. Se invece decidete di prepararlo con frutti diversi dalle ciliegie sappiate che state portando in tavola un “flognarde”.
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